La curatela indipendente è un’entità carica di scetticismo misto, in alcuni casi, ad ammirazione. Questa nicchia dell’arte contemporanea è in realtà molto più sfaccettata e frammentaria di quello che può sembrare superficialmente. Esistono figure freelance che girano il mondo curando mostre importanti, o meno, in svariate istituzioni e gallerie; ma anche collettivi, meno spesso individui isolati, che portano avanti progetti sperimentali, nomadi, programmatici. Questi ultimi spesso avviano una ricerca e attuano un metodo con lo specifico intento di creare qualcosa di differente, non per compiacenza, ma per allargare il rapporto di collaborazione con artisti e luoghi specifici. Tutto ciò porta alla realizzazione di esposizioni che si differenziano da quelle che si possono solitamente vedere in un museo o in una galleria, creando un terzo polo di sperimentazione, spesso più interessante e meno carico delle pensanti sovrastrutture presenti nell’arte contemporanea. Queste realtà, nate e sviluppatesi in contesti e con esigenze simili a quelle dei Project Space, si stanno sviluppando sempre di più.
In occasione di Wopart, abbiamo dato loro spazio intavolando un discorso con diversi collettivi e non, confrontandoci in merito alle loro specificità, cercando di delineare e introdurre questi progetti a un pubblico più ampio a cui spesso sfuggono questi tipi di soggetti sotterranei ma assolutamente meritevoli.
Dario Moalli è nato a Vigevano nel 1991. Si è specializzato in Storia e Critica dell’Arte presso l’Università degli Studi di Milano. Ha lavorato come assistente curatore presso la Collezione Giuseppe Iannaccone. In seguito ha collaborato, assistito e preso parte a progetti e mostre presso la Triennale di Milano, Palazzo Reale di Milano e Pirelli HangarBicocca. È co-curatore di Spazi. Scrive e ha scritto per diverse testate come Pagina99, Artribune, Arte, AQBN, Hestetika.
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